Scapoli
E mentre i giovani di venticinque o trent’anni trovavano a sposarsi, gli altri, gli anziani, quelli del 1923, 1924, 1925, restavano scapoli. Dopo la guerra non avevano pensato subito a sposarsi, le famiglia di allora erano numerose, c’erano magari tre o cinque fratelli, alcuni di questi fratelli erano andati via, e chi era rimasto in famiglia si era arenato nel mammismo, aveva magari la madre vedova, oppure pensava alla roba e si diceva: “Tenima…” [“Teniamo (resistiamo)…” con il significato che chi resiste diventa padrone della roba. Nota di Nuto Revelli]Annibale De Piero, sindaco di Mango, in N. Revelli, L’anello forte, Einaudi, Torino, 1985, 404.