Storicamente. Laboratorio di storia

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Gianfranco Pasquali, Sistemi di produzione agraria e aziende curtensi nell'Italia altomedievale

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In questo volume l’a. ha raccolto una serie di suoi precedenti contributi, inerenti il sistema curtense nelle sue più svariate sfaccettature. Di tutti i temi analizzati colpisce la puntuale ricostruzione delle strutture produttive attraverso minuziose e dettagliate indagini, che non rimangono mai fini a se stesse, ma anzi aprono squarci di luce sull’intero mondo contadino. Interessante è anche il continuo riferimento alla situazione europea, che permette di dare un ampio respiro alla ricerca e di analizzare sotto un’ottica più completa ed esaustiva gli argomenti trattati.

I saggi sono divisi in tre sezioni. Nella prima si indaga l’economia curtense in rapporto ai bisogni alimentari, focalizzando l’attenzione sui dati desunti dagli inventari dei monasteri di S. Giulia di Brescia e di S. Tommaso di Reggio Emilia. L’a. si sofferma su vitivinicoltura e olivicoltura, due colture specialistiche che rivestirono un ruolo di primo piano nell’alto Medioevo e che, proprio per questo, consentono di affrontare importanti tematiche sociali: l’indagine sul ciclo di produzione del vino ha permesso all’a. di capire non solo il tipo e la qualità della bevanda prodotta, ma anche la complessa organizzazione del lavoro, e di delineare differenti canali di produzione, l’uno destinato ai ceti dominanti, l’altro alle classi sociali più umili. Così come comprendere quale fosse la resa della terra, quale il tipo di rotazione impiegato, quali i fabbisogni di coloni e signori, a quanto realmente corrispondessero le misure altomedievali, significa non solo fornire ragguagli metrologici, ma anche, e soprattutto, dedurre la capacità produttiva dei terreni, l’estensione delle aziende contadine, le risorse a disposizione dei coltivatori e le eventuali eccedenze agricole.

Nella seconda sezione l’a. indaga il rapporto tra le strutture curtensi e gli insediamenti rurali. In primo luogo analizza la zona di Ravenna, dove tra V e VIII secolo si notano numerosi elementi che anticipano i tratti caratteristici del sistema curtense di età carolingia, riaprendo di fatto il dibattito sulla genesi di quel modello. Esamina poi il ruolo che assunsero le prestazioni d’opera in area padana offrendo, oltre a una ricostruzione del quadro generale con riferimenti al panorama europeo, una minuziosa indagine che evidenzia importanti aspetti della società rurale, quali lo stretto legame tra operae e condizione sociale dei coloni, la specificità delle corvées maschili e femminili, il reale peso delle prestazioni e il carico di servizi richiesti. L’attenzione dell’a. si sposta poi sul monastero di S. Giulia di Brescia, che diventa l’osservatorio privilegiato per analizzare l’evoluzione delle strutture rurali dall’età longobarda a quella comunale. Il polittico di S. Giulia permette inoltre all’a. di ricostruire il paesaggio mantovano tra VIII e X secolo, “correggendo” la tradizione di studi locali che considerava queste zone poco popolate, occupate quasi interamente da boschi e paludi.

Nelle prime due sezioni, precisi ambiti tematici e specifiche realtà territoriali sono occasione per trattare argomenti di più ampio respiro: nella terza e ultima parte, dedicata al sistema curtense in Italia e in Europa, l’a. capovolge la prospettiva e parte proprio da quadri ampi. Il risultato rappresenta una delle più aggiornate e complete sintesi sul tema apparse negli ultimi anni. L’a. affronta la genesi del sistema curtense, le sue caratteristiche in età carolingia, senza tralasciare le differenze territoriali nell’Italia franca e senza dimenticare le aziende apparentemente difformi (Romagna, Pentapoli, Tirolo, possedimenti della Chiesa di Roma). Inoltre non si esime dall’indagare la crisi del modello curtense, delineando possibili linee di ricerca e questioni ancora aperte. L’a. indaga poi la condizione giuridica dei contadini, soffermandosi sul ruolo dei servi e dei liberi coltivatori, esamina la funzione dei donativi e il ruolo delle prestazioni d’opera e riesce così a ricostruire lo scenario concreto in cui operava il contadino altomedievale, la struttura materiale delle aziende, le sue condizioni di lavoro. Dilata infine l’orizzonte geografico della ricerca confrontando il quadro italiano con altre realtà europee, e proprio in quest’ampia ottica comparativa trova nuovi stimoli e nuovi spunti di riflessione.

Azienda curtense e strutture produttive sono dunque i temi cardine di questo volume. Tuttavia, un altro argomento traspare con forza. Unendo con pazienza i vari tasselli che si raccolgono di pagina in pagina, si delinea la storia del monastero bresciano di S. Giulia e, in particolar modo, dei suoi sistemi di produzione agraria dall’età longobarda alle soglie dell’anno Mille. Un libro nel libro, un valore aggiunto che rende quest’opera un imprescindibile punto di riferimento per chiunque si occupi delle campagne altomedievali.