Storicamente. Laboratorio di storia
Morti e decessi per aborto clandestino
Le stime sugli aborti clandestini negli anni settanta variavano dai tre milioni a 16 mila casi annui di aborto [E. Berlinguer, La legge sull’aborto, Roma, Editori Riuniti, 1973,   23; S. Luzzi, Salute e sanità nell'Italia repubblicana, Roma Donzelli, 2004,   255-256; G. Scirè, L’aborto in Italia. Storia di una legge, Milano Bruno Mondadori, 2008,   3-4]. Con la stessa approssimazione, le donne decedute ogni anno a seguito di pratiche abortive andavano dalle undicimila alle ventimila [G. Scirè, L’aborto in Italia, cit. ,   3-4]. E’ interessante vedere a questo proposito il testo di M. Pastorino, Controllo all’italiana. Le interruzioni di maternità, Bologna, Edizioni Avanti!, 1964, poiché riporta diversi articoli di giornale apparsi nel corso degli anni sessanta in cui le cifre si susseguono sempre diverse a seconda delle fonti cui si dava credito. Più ragionevoli appaiono i dati registrati nel 1973 dal Movimento Gaetano Salvemini di Roma, secondo cui le donne morte di aborto o di malattie conseguenti a pratiche clandestine erano indicate nel numero di ventimila e in un milione e duecentomila venivano stimati gli aborti clandestini per anno [L’aborto. Atti della tavola rotonda svoltasi a Roma il 17 aprile 1973, a cura del Movimento Gaetano Salvemini, «Quaderni del Salvemini», 12 (1973), 22]. Tali dati sono ripresi anche dall’onorevole Loris Fortuna del partito socialista nella sua proposta di legge -la prima in materia di aborto- presentata proprio in quell’anno [Camera dei Deputati, Proposta di legge n. 1655, Disciplina dell’aborto, 11 febbraio 1973].