Costanza Calabretta, Marialuisa Lucia Sergio (ed.), Italia – DDR, nuove prospettive di ricerca. Roma: Istituto italiano di studi germanici, 2023.184 pp.
La raccolta di saggi Italia – DDR, nuove prospettive di ricerca, curata da Costanza Calabretta e Marialuisa Lucia Sergio, si inserisce nell’ambito del progetto di ricerca “Le relazioni culturali tra Italia e DDR, tra sogno e disincanto. Ricerche archivistiche e nuove prospettive interpretative”, condotto presso l’Istituto Italiano di Studi Germanici nel biennio 2021-2023. Il volume, che prende le mosse da una serie di seminari di studio svoltisi tra il 2022 e il 2023, accoglie i contributi di giovani ricercatori -sia storici che germanisti- sulla complessa vicenda storica della DDR e delle sue relazioni bilaterali con l’Italia. Tracciando e intrecciando tra loro originali percorsi di ricerca su temi di storia politica, culturale, sociale e intellettuale, la collettanea si propone di delineare il carattere «complesso e dinamico» della società tedesco orientale, che continua a «suscitare interrogativi sul nostro presente e a sollevare numerosi problemi storiografici» (p. 11).
Per permettere al lettore di inquadrare i contributi nel più ampio orizzonte storiografico, il volume si apre con una puntuale analisi sull’evoluzione della ricerca storica sulla DDR negli ultimi trent’anni. Oltre che al ricco bilancio sugli studi tedeschi e internazionali, viene fatta emergere la varietà di orientamenti della ricerca italiana sulla DDR, presentando anche i più recenti e originali lavori, come quelli sui movimenti e le culture giovanili o quelli sull’elaborazione della memoria della DDR nella Germania riunificata (p. 20).
La distribuzione dei saggi presentati permette di seguire linearmente, cronologicamente e con completezza la parabola storica della DDR. Partendo infatti dal contributo di Edoardo Lombardi, che esamina gli strumenti politici e culturali che il partito di unità socialista della SED utilizzò nei suoi primi anni di costituzione per la costruzione di un’identità nazionale, si prosegue poi con tre saggi dedicati, da prospettive diverse ma connesse, alle relazioni bilaterali tra Italia e DDR tra gli anni Cinquanta e Settanta. Se il contributo di Francesco Leone analizza i rapporti politici transnazionali del Pci con la SED, in particolare le attività a sostegno della riunificazione tedesca negli anni Cinquanta e la lotta per il riconoscimento della DDR negli anni Settanta, il saggio di Teresa Malice delinea, invece, la storia dei gemellaggi tra le amministrazioni comunali social-comuniste dell’Italia settentrionale e le loro controparti nella Repubblica Democratica Tedesca tra gli anni Sessanta e Settanta. La studiosa è riuscita nel complesso compito di intrecciare il livello “alto”, quello dei partiti e delle amministrazioni comunali, a quello “basso”, in cui sono presi in considerazione – anche attraverso l’utilizzo di fonti orali – i rapporti personali e di amicizia tra i cittadini italiani e tedesco-orientali, accomunati dal «condiviso credo socialista, antifascista e anticapitalista» (p. 69). Le relazioni culturali tra Italia e DDR sono al centro del contributo di Costanza Calabretta, che indaga l’attività del centro Thomas Mann, un ente culturale che raccolse molti intellettuali di sinistra e, sostenuto dal Pci e dalle istituzioni della DDR, «si occupò tra il 1957 e il 1989 di far conoscere il paese, di veicolarne la cultura, promuovendo gli scambi con l’Italia» (p. 23). Il tema degli incontri culturali e dei fermenti intellettuali durante la guerra fredda è al centro anche della riflessione di Francesca Somenzari, che studia la nascita e l’attività della Società Europea di Cultura negli anni Cinquanta. Raccogliendo intellettuali di diversi paesi, tra cui anche le due Germanie e altri stati dell’Europa orientale, la Società aveva lo scopo di «strutturare un dialogo aperto e non connotato dalla divisione tra i blocchi e dalla pressione ideologica della guerra fredda» (p. 24). Attraverso lo studio della rivista della SEC “Comprendre. Revue de politique de la culture”, si presenta in particolare il dibattito condotto in ambito tedesco sull’energia atomica. A chiudere la collettanea è, infine, il saggio della germanista Giulia Bocchetti, che si concentra su Christa Wolf, una delle figure più importanti della letteratura e della cultura della DDR. Utilizzando come fonti gli scritti dell’autrice, il saggio intreccia le vicende biografiche della Wolf con la parabola storica della DDR, mostrando come le sue opere letterarie siano una cartina da tornasole delle principali questioni discusse all’epoca, tra cui: i complessi rapporti che molti intellettuali ebbero con il regime della SED, il dibattito sul conflitto atomico, fino a giungere al tema della crisi d’identità da parte di numerosi intellettuali e attivisti dei movimenti civili che, dopo la Wende, si videro chiudere per sempre la speranza di realizzare il sogno di una “Terza via”.
Nel complesso, uno dei pregi del volume è la capacità di attraversare e connettere diversi piani spaziali, facendo interagire tra loro quello nazionale – in cui sono delineate le relazioni politiche, culturali, e commerciali bilaterali tra Italia e DDR –, il contesto geopolitico generale su scala europea e internazionale e, infine, la dimensione locale, attraverso lo studio di fonti documentarie provenienti da archivi comunali (come quelli di Bologna e Lipsia), ponendo al centro della relazione tra i due paesi una scala territoriale (p. 73).
Nonostante la varietà di tematiche e approcci, emergono degli elementi ricorrenti che, come un filo rosso, attraversano tutti i saggi: uno di questi è il tema dell’antifascismo, che assurse per il regime della SED a mito fondativo dello Stato e divenne imprescindibile fonte di legittimazione e connessione con l’URSS, ma fu anche, come si evidenzia dalle attività culturali promosse dal centro Thomas Mann, motivo di incontro con l’Italia, soprattutto a partire dagli anni Sessanta, quando «il paradigma dell’antifascismo e della resistenza si rafforzarono come patrimonio condiviso di valori» (p. 97).
Il “sogno e il disincanto” è un ulteriore leitmotiv che emerge dai vari contributi del volume, soprattutto nei saggi che esplorano i rapporti culturali tra intellettuali e i gemellaggi tra municipi: il “sogno” di un’alternativa socialista rispetto al modello capitalista aveva, infatti, esercitato un forte fascino e richiamo in Italia, nonostante la disillusione e la critica, anche da parte di molti intellettuali, di fronte alla scoperta delle violazioni dei diritti umani e della mancanza di libertà di espressione nel regime della DDR (p. 83). Il volume si conclude con un ulteriore e irreversibile “disincanto” all’indomani della caduta del muro, quando numerosi intellettuali tedesco orientali non riuscirono ad accettare il fallimento della loro utopia di un rinnovamento radicale in una DDR indipendente e rigettarono la narrazione che faceva dell’occidentalizzazione la sola via possibile di successo.
Oltre che per approfondire i rapporti bilaterali tra DDR e Italia, i saggi presentati sono dunque utili per riflettere su tematiche più trasversali come la koinè antifascista, l’identità nazionale, il ruolo e la responsabilità degli intellettuali nella società, la questione dell’energia atomica, la fine del socialismo e, con essa, il tramonto delle utopie, dando la possibilità di ridefinire e ampliare lo sguardo sullo studio della storia europea del secondo dopoguerra.
Grazie all’esame di fondi archivistici inediti o poco indagati – si veda in appendice la riproduzione di alcuni documenti provenienti dall’archivio del centro Thomas Mann – e su stimolo delle più recenti ricerche internazionali che si sono concentrate, a partire da una prospettiva globale, sulle connessioni transnazionali della storia tedesco-orientale, il volume contribuisce al superamento di una lettura della storia della DDR come entità statica e uniforme, aprendo nuovi possibili percorsi di ricerca in ottica comparativa e interdisciplinare.
Sommario
Marialuisa Lucia Sergio, Prefazione
Costanza Calabretta, Introduzione. La storiografia sulla DDR dopo il 1989: il caso tedesco e italiano
Edoardo Lombardi, «Irrweg einer Nation»: la SED e il tema dell’identità nazionale nella DDR (1946-1952)
Francesco Leone, Il Partito Comunista Italiano, la questione tedesca e la SED negli anni Cinquanta e Sessanta
Teresa Malice, «Alles ist Politik». I gemellaggi municipali tra Italia ‘rossa’ e DDR tra prassi, simbolismo e utopia
Costanza Calabretta, Il Centro Thomas Mann: un’istituzione culturale della Guerra fredda (1957-1989)
Francesca Somenzari, La Società Europea di Cultura e la partecipazioni degli intellettuali di lingua tedesca al dibattito atomico negli anni Cinquanta
Giulia Bocchetti, Il ruolo dell’intellettuale nella DDR: l’esempio di Christa Wolf