Identità regionale plurima
Varie sono le ragioni di declinazione al plurale del termine Calabria riconosciute dalla storiografia, dagli studi di altre discipline, dall’eruditismo: alcune molto remote
e altre più recenti, con diversi tempi e gradi d’influenza sulle vicende storiche regionali. Tra le più rilevanti: la diversità linguistica e culturale, riconducibile a due antiche vaste sfere
d’influenza, quella latina a nord e quella ellenica a sud; la disunità del paesaggio che si è riflettuta nella molteplicità delle strutture agricole; il deficit infrastrutturale e la ripartizione
amministrativa [Alvaro 1950; Isnardi 1950; Rossi Doria 1950; Gambi 1965; Bevilacqua e Placanica 1985; Placanica A. 1987-2004]. Messa a paragone la vicenda calabrese con quella di altre regioni
contraddistinte storicamente dal plurale della denominazione come Abruzzi e Puglie si evince – ha osservato Augusto Placanica – che «la forma Calabrie […] è ormai tramontata per sempre, e
resiste tutt’al più come peregrina reminiscenza dell’erudizione storiografica. Questa circostanza è indizio, per la Calabria, di un processo di unificazione e identificazione meramente ideologico,
che ha avuto la meglio sulla differenziazione». Ciò non toglie «che la Calabria come “idea”, e addirittura come metafora, abbia avuto ed abbia ancora un valore e un potere di persuasione che la
Calabria come “fatto” reale, invece, stenta a vedere verificato» [1993, 3-4].