Tirolesi poveri che vanno a Roma per potersi sposare
Sui tirolesi indigenti che andavano a Roma per potersi sposare si veda per esempio la nota del Cardinal Segretario di Stato di papa Gregorio XVI Luigi Lambruschini del 1843 diretta all’ambasciatore austriaco in risposta una lettera dell’ultimo, che gli aveva parlato delle “premure dell’I[mperial] R[egio] Governo Austriaco, perchè venga impedito l’ingresso negli Stati della S[anta] Sede a quei poveri e vagabondi, che dalle varie parti dell’Impero, e specialmente dal Tirolo, vi si recano, sebbene sforniti di regolari politici recapiti, per avere mezzo di contrarre matrimonii ad essi già esclusi nella loro patria” (Österreischisches Staatsarchiv, Allgemeines Verwaltungsarchiv, Alter Kultus, Karton 12, Ehesachen, Nr. 3492).Recarsi a Roma e dal papa sembra che sia stata una prassi con una certa tradizione in queste e altre zone alpine e transalpine sin dal Medioevo, anche se per motivi diversi dal matrimonio, legati a punizione e penitenza (L. Carlen, Straf- und Sühnewallfahrten nach Rom, in H. Valentinitsch (ed.), Recht und Geschichte. Festschrift Hermann Baltl zum 70. Geburtstag, Graz, Leykam, 1988, 131-153).