A Valle Giulia
In un passo del libro A Valle Giulia, si legge:
È una giornata primaverile. A piazza di Spagna ci siamo tutti. L’accordo è fatto […]. Il nostro diritto a partecipare è sancito senza prevaricazioni di sorta. Anche gli slogans devono essere quelli e solo quelli: “Castro, Mao, Ho Chi Minh” per loro, “Fascismo, Europa, Rivoluzione” per noi, “Che-Che Guevara” per chi piace […]. Il grosso del corteo giunge a Valle Giulia, la polizia, che presiede la facoltà, carica. Questa volta gli studenti non fuggono […]. Sandro, un camerata dei Castelli, oggi, funzionario di un ente di Stato, viene ferito ad un occhio da un sasso lanciato dai poliziotti. Lo soccorre una compagna […]. I giovani, esultanti perché la polizia è fuggita, entrano nella facoltà […]. La celere tenta a più riprese attacchi con tutti i suoi mezzi: ma la natura dei luoghi e la compattezza giovanile riescono ad avere la meglio ed a respingere i vari tentativi. È una giornata d’autentica battaglia e di vittoria.
A Valle Giulia, Roma, edizioni Publicondor, 1990, 15-17.
L’episodio della battaglia di Valle Giulia è stato descritto anche in un romanzo, Il fasciocomunista,dove l’autore Antonio Pennacchi ha ripercorso, dietro la figura del protagonista Accio Benassi, la sua autobiografia politica divisa tra la militanza missina dell’adolescenza e quella a sinistra dopo il ’68.
Cfr. A. Pennacchi, Il fasciocomunista. Vita scriteriata di Accio Benassi, Milano, Mondadori, 2003.