"Ex sconfitti" della Rsi
I componenti del gruppo si autodefinivano «ex sconfitti» poiché la gran parte di essi proveniva dall’esperienza della Repubblica Sociale Italiana.
In Esame di coscienza di un fascista, Lucci Chiarissi avrebbe spiegato, qualche anno più tardi, che trovarsi in una condizione di “ex sconfitti” non avrebbe dovuto condurli ad una “resa”
definitiva, ma ad una sorta di “rinascita” politica. Nell’incipit del libro, il leader de «L’Orologio» infatti scrisse:
Giunti come siamo ad un’autentica ora della verità, s’impone ad ognuno di noi il diritto e il dovere di essere noi stessi, si impone preliminarmente il diritto e il dovere, che è la forza della nostra civiltà, di conoscere noi stessi. Ci rendiamo conto, però, del come una tale operazione umana presupponga il conoscere gli altri. Anche se, infatti, siamo per molti versi ancora in una stagione di lotta civile […] non possiamo non renderci anche conto di trovarci in una situazione senza uscita, ad un punto morto. Nasce da ciò il dovere di un esame di coscienza, non certo moralistico od estetizzante, che investa compiutamente, e senza alcuna riserva mentale, tutta intera la nostra umanità. Ciò per sapere in qual senso orientarci per superare questo punto morto, e ridare un significato alla lotta politica, e quindi al destino civile dell’Italia e di ognuno di noi.
Luciano Lucci Chiarissi, Esame di coscienza di un fascista, Roma, IRSE, 1978, 4