Rue Gréneta
«La via Gréneta è una strada in cui tutte le case invase da una moltitudine di commerci, offrono un aspetto repellente. Le costruzioni vi hanno un carattere orribile. L’ignobile sudiciume delle fabbriche vi domina […] Eccettuato Gigonnet, tutti gli inquilini esercitavano un mestiere. C’era un continuo andare e venire di operai. Gli scalini erano perciò rivestiti di uno strato di fango duro o molle secondo l’atmosfera e dove le immondizie soggiornavano. Su per quella fetida scala, ogni pianerottolo offriva agli sguardi il nome del fabbricante scritto in oro sopra una lamiera di ferro dipinta di rosso e verniciata coi campioni dei suoi capolavori. Il più delle volte le porte aperte lasciavano vedere la bizzarra unione della casa e della fabbrica, ne venivano fuori grida e grugniti inauditi, canti, fischi che ricordavano l’ora del pasto degli animali al Giardino delle Piante. Al primo piano in un tugurio fetido si facevano le più belle bretelle dell’«Articolo di Parigi». Al secondo piano si confezionavano, in mezzo alla più sudicia sporcizia, le più eleganti scatole e scatolette che ornano le vetrine il primo dell’anno» [H. de Balzac, Storia della grandezza e della decadenza di Cesare Birotteau, in I Capolavori della «Commedia umana», III, Roma 1987, 191-192 in Gribaudi 2007, 409]Come sottolinea Maurizio Gribaudi, la descrizione dello scrittore francese «se fa riferimento a un «aspetto repellente», se parla di «costruzioni orribili» e di «ignobile sudiciume», mette anche in luce una comunità viva e strutturata attorno alla produzione e alla commercializzazione di una serie di oggetti e di beni molto particolari». [Gribaudi 2007, 409].