Utopia Igienista
Nel 1885 in seguito ad un’epidemia di colera, che aveva avuto conseguenze molto negative sulla popolazione della città di Napoli, il Governo Depretis aveva emanato un provvedimento legislativo per finanziare la ricostruzione ed il risanamento igienico delle parti più insalubri del centro urbano, in modo da evitare che la scarsa igiene della città potesse rendere nuovamente drammatiche le conseguenze di un eventuale contagio. In seguito venne estesa anche ad altre città italiane la possibilità di operare risanamenti al loro interno impiegando finanziamenti governativi secondo i principi di ammodernamento igienico della stessa legge relativa alla città partenopea. Da quel momento la cosiddetta Legge Napoli divenne sinonimo di tutte quelle opere finanziate dal Governo centrale che potevano migliorare l’igiene delle città, come ad esempio l’esecuzione della rete fognaria di Torino, e in più divenne un vero e proprio punto di riferimento per le azioni di sventramento e risanamento interno effettuate anche autonomamente in diversi centri italiani.
[Cfr. Carla Giovannini, Risanare le città. L’utopia igienista di fine Ottocento, Geografia Umana, Milano, Angeli, 1996, p.15.]