Consiliorum, cit., fol. 5rB n. 8. Cfr. X.5.7.9.: «[L'eretico di condizione clericale dovrà essere deposto e affidato all'autorità secolare] nisi continuo post deprehensionem erroris ad fidei catholicae unitatem sponte recurrere, et errorem suum ad arbitrium episcopi regionis publice consenserit abiurare, et satisfactionem congruam exhibere. Laicus autem, nisi (prout dictum est) abiurata haeresi, et satisfactione exhibita, confestim ad fidem confugerit orthodoxam, secularis iudicis arbitrio relinquatur: debitam recepturus pro qualitate facinoris ultionem», in Decretales, cit., col. 1673.
Per la nozione di arbitrium, che è manifestazione della iustitia, dell'aequitas e della ragionevolezza del giudice, cfr. M. Meccarelli, Arbitrium. Un aspetto sistematico degli ordinamenti giuridici in età di diritto comune, Milano, Giuffrè, 1998, sopratt. 15-22.
Questa risorsa è parte dell'articolo:
Christian Zendri , I giuristi e le streghe. Storicamente
4 (2008) , nr. articolo 24.
DOI: http://dx.doi.org/10.1473/stor340
DOI: http://dx.doi.org/10.1473/stor340